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Archive for the ‘cronaca nazionale’ Category

   La parola fine tarderà ancora ad arrivare. L’anima di Sarah aspetterà per trovar pace. 42 giorni: tanto è durato il silenzio di un colpevole, l’agonia e l’attesa di una madre, lo sgomento di un Paese. Attraverso questo fatto tragico abbiamo scoperto tutto, noi spettatori estranei, della vita di questa quindicenne, forse desiderosa di crescere troppo in fretta, ma pur sempre una ragazzina di periferia che dalla sua stanzetta, tappezzata con i poster dei suoi idoli musicali, sperava un giorno di scappare.

   Tutte le piste erano state messe al vaglio dagli inquirenti: la fuga volontaria, il sequestro, gli amici di comitiva, i social network, la pista bulgara e quella milanese del padre, ma inaspettatamente è proprio vicino casa che si nascondeva la chiave dell’enigma, troppo vicina forse per crederla vera, perché in famiglia. “Indagate anche su di noi”, queste le parole della madre Concetta Serrano Spagnolo, segnata dai giorni di sofferenza e pianto che le avevano incavato gli occhi, detta in un ennesimo tentativo di smuovere le indagini. E la certezza arriva imprevista, soprattutto per la madre, che al momento della notizia partecipa al programma “Chi l’ha visto?”, condotto da Federica Sciarelli, che le presenta la verità dura e cruda. La situazione è imbarazzante, irreale, mentre arriva l’ANSA e scorrono le immagini delle testate giornalistiche che avvisano del ritrovamento del cadavere di Sarah in un pozzo. E il colpo di scena: lo zio, Michele Misseri, ha confessato: l’avrebbe uccisa. Quello stesso zio che davanti alle telecamere e ai microfoni piangeva e sperava che sua nipote potesse ritornare a casa.

   Il dramma che diventa show l’hanno definito, la messinscena di un uomo che, conscio del suo omicidio, dispensa annunci e interviste, e ripete a memoria la sua verità dei fatti con ripetuti sbalzi d’animo. Tante le incongruenze in questo caso e una sola considerazione: nulla è come sembra. Mille sono stati i pareri e le pseudo vie giuste. Nel momento in cui si indaga non ci si può meravigliare della miriade di particolari che fanno da tasselli ad altrettanti puzzle del mistero. Le frasi scritte sui diari segreti, i tre contatti su facebook, le altrettanti schede telefoniche, la presunta cotta per un ragazzo condivisa con la cugina Sabrina, la voglia di diventare famosa: ognuno si era fatto un’idea di quello che era successo mentre in disparte lo zio guardava il volgersi dei fatti. Finché la svolta: proprio lui trova il cellulare della nipote, e lo trova nel suo podere, troppo strano per sembrare casuale e questo non è sfuggito agli investigatori che, controllato il cellulare, l’hanno inchiodato sulle sue contraddizioni. Ancora più grave il motivo di tale gesto, la fredda mano di un uomo che afferra una corda e strangola fino all’ultimo alito di vita, perché rifiutato sessualmente. Sembrava tutto finito: trovato il cadavere, incastrato l’assassino, riconosciuto il movente. Ma non è cosi.

   Le indagini sono proseguite e l’inchiesta vera era solo all’inizio, una realtà dei fatti che nascondeva ancora tanti particolari e che se fosse dimostrata oggi farebbe invidia ai miglior gialli del tempo. Le domande che assillavano gli investigatori erano tante e trapelavano dai comunicati stampa e arrivavano a noi, che da autodidatti Sherlock Holmes abbiamo provato a risolvere. Lo zio, l’orco, non avrebbe solo cercato in quell’occasione di molestare la nipote, ma anche la settimana precedente e allora la domanda è: Perché Sarah avrebbe deciso di sua spontanea volontà di scendere nella cantina, da sola, con lo zio? L’agnello non entra mai nella tana del lupo. Seconda questione: mentre la uccideva il cellulare avrebbe squillato più volte, testuali parole dello zio nell’interrogatorio, e come è possibile che né la cugina Sabrina né l’amica Mariangela abbiano sentito la suoneria dato che la cantina è a pochi passi dal cancello dove si trovavano le due donne. Queste e tante altre cose da chiarire in questo mistero di fine estate 2010. Da più di due mesi i giornalisti sono appostati ad Avetrana, paesino di 7000 anime in provincia di Taranto, in attesa di notizie, colpi di scena e subito la domanda era sorta spontanea: Come è possibile che nessuno abbia visto o sentito nulla? Ma nessuno ha mai risposto. Hanno risposto in tanti, invece, circa 6000, al giorno del funerale per salutare per l’ultima volta la piccola bara bianca, racchiusi nel Palazzetto dello sport adibito per l’occasione. Ma il tam tam degli interrogatori ha fatto crollare lo zio-orco: portato sulla scena del crimine per simulare l’omicidio non ha potuto far altro che contraddirsi, dato che un’altra persona era presente. Sabrina Misseri, figlia dell’orco, cugina e amica più intima della piccola vittima. Sarebbe stata anche lei presente e ad avere un deciso coinvolgimento nella vicenda, a detta del gip del Tribunale di Taranto.

   La vicenda si complica e le porte del carcere si aprono anche per Sabrina che non può credere che il padre l’abbia accusata. Ma il suo coinvolgimento, ancora da dimostrare a tutti gli effetti, spiegherebbe tanti punti oscuri ancora non chiari. Spiegherebbe il perchè quel pomeriggio era così agitata e che era giù pronta davanti al cancello aspettando la sua amica Mariangela Spagnoletti, cosa mai avvenuta dati i suoi ritardi fissi, e la sua istantanea versione ripetuta più volte all’amica in auto: “L’hanno presa, l’hanno presa”, nonostante Sarah tardasse di una manciata di minuti rispetto all’appuntamento stabilito. Un modo per sviare subito l’attenzione dal garage dell’orrore? Forse. Tutto e tutti sono ancora in ballo e non potrebbe non mancare qualche altra confessione choc e altri presunti colpevoli, che sapevano e hanno taciuto. Se Sabrina fosse condannata rischierebbe l’ergastolo per concorso in omicidio e sequestro di persona, oltre che per occultamento di cadavere, e pensare che era sempre in prima linea. Era lei che aveva organizzato la fiaccolata, era sempre lei presente sui giornali e nelle trasmissioni per ripetere la sua versione dei fatti, ed ancora lei a piangere, di continuo, sommessamente o animatamente davanti alle telecamere. Un nuovo strazio per la famiglia Scazzi che non deve solo sopportare questa atroce verità che pian pian si fa largo aggiungendosi di dettagli, ma che deve mettere anche in conto che forse altri erano a conoscenza, ma hanno vissuto nel silenzio. Il pensiero va a Cosima Serrano, sorella della madre di Sarah che se così fosse non sarebbe nemmeno indagata per il reato di favoreggiamento che, come previsto dall’articolo 384 del codice penale, non è punibile se commesso in ambito familiare.

   Il lavoro degli investigatori continua incessantemente insieme a quello degli avvocati della famiglia Misseri chiamati a difendere e sostenere i due in carcere. L’uno, Michele, guardato a vista per impedirgli un suicidio annunciato e l’altra, Sabrina che vuole distrarsi e ha richiesto un libro divertente da leggere. La scelta è andata su “Cado dalle nubi” del cantautore e comico Checco Zalone. Nel frattempo il paesino è in attesa di accogliere nuovi particolari della vicenda, che non tarderanno ad arrivare, mentre il sindaco, Mario de Marco, è intenzionato a chiudere e transennare le strade protagoniste della vicenda, Via G. Deledda, dove risiedono i Misseri, o quelli che ne restano, e quella di casa Scazzi. Un macabro “turismo dell’orrore” sta animando, infatti, questa piccola cittadina già affollata dai tanti cronisti appostati per le dirette. Sembrerebbe proprio, quindi, che non si spegneranno ancora le luci su questa orrenda vicenda che terrà banco in programmi, giornali e servizi ancora per parecchi giorni prima di spegnersi nel silenzio e dolore sommesso di una famiglia, che cercherà di ritornare alla tranquillità e serenità di una vita strappata in una manciata di minuti.

Flavia Damiano

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