Tra cinque milioni di anni lo scenario sul nostro pianeta sarà sicuramente molto diverso, in particolare cambiamenti ambientali importanti favoriranno la comparsa di nuove specie: ecco alcune supposizioni su quelle che potrebbero comparire in un futuro tanto lontano.
Nella grande distesa salata che sostituirà il mar Mediterraneo si adatteranno meglio le lucertole: esse infatti non richiederanno grandi quantità d’acqua e si ciberanno principalmente di insetti.
Un animale che resterà molto comune sarà il cinghiale, o almeno i suoi discendenti: nella zona suddetta esso svilupperà delle particolari caratteristiche fisiche per adattarsi meglio: le zampe, divenute molto più lunghe, saranno provviste di zoccoli e il muso sarà allungato e affusolato (allo scopo di cercare il cibo nei crepacci).
Anche in America avverranno radicali cambiamenti nel continente meridionale, dove le savane sostituiranno a poco a poco l’immensa foresta pluviale, alcune scimmie saranno costrette a lasciare quest ultima e a vivere in ampli spazi senza l’ombra di un albero; gli scienziati li chiamano “babbuleoni” a causa della loro folta criniera.
In questo habitat vi saranno però anche altri animali: il “il sonaglino”, discendente dei roditori, cosi chiamato per il rumore delle scaglie di pelo duro sul suo dorso, sviluppate per proteggersi dai predatori.
A proposito di carnivori, si pensa che il più pericoloso sarà lo “struzzo assassino”, un uccello che “prenderà in prestito” dei caratteri somatici appartenuti ai suoi più diretti discendenti: i dinosauri. Ciò non vuol dire che diventerà un rettile; tuttavia aumenterà le sue dimensioni e al posto delle ali avrà terribile zampe artigliate, proprio come i teropodi di oltre 65 milioni di anni fa.
L’attuale zona degli USA sarà un enorme deserto e oltre ai sonaglini, si stabiliranno anche altre specie; una di queste, quella dei “sabbini”, discendenti delle quaglie, che si ridimensioneranno radicalmente e, stranamente, condurranno una complessa vita sociale sottoterra.
Qui, il principale pericolo saranno i “mangiamorte”, enormi pipistrelli di 2 metri di apertura alare.
Nel mare scompariranno i mammiferi e il loro posto sarà preso dagli uccelli marini, che riprenderanno il loro stile di vita.
Infine, nelle zone colpite dalla glaciazione, la fauna compirà un portentoso cambiamento: basti pensare alle marmotte che diventeranno 15 volte più grandi e pesanti (per proteggersi dal freddo) e al ghiottone che raggiungerà le dimensioni di un panda per poterle cacciare.
Tuttavia bisogna tener conto che tutto ciò è solo una supposizione elaborata da degli scienziati in base ai dati in loro possesso; ma non è assolutamente da escludere che il futuro possa essere totalmente diverso.
Leandro Mazzarella