“Se le api scomparissero, all’uomo resterebbero 4 anni di vita”. Certo, una frase che ha dell’apocalittico, ma che tutto sommato, ha delle solidi basi scientifiche. Tale affermazione fu enunciata dal celeberrimo scienziato Albert Einstein; e non è difficile immaginare il perché: si calcola infatti che un terzo dei raccolti sia direttamente legato all’azione impollinatrice delle api; non è in ballo soltanto la produzione del miele: ogni alveare garantisce l’impollinazione su quasi 3.000 ettari.
Oltre a moltissime specie vegetali spontanee, un gran numero di colture dipende largamente o esclusivamente dalle api per l’impollinazione: albicocco, mandorlo, ciliegio, fragola, pesco, pero, prugna, zucchina, melone, anguria, kiwi, girasole, colza; significa che, senza le api, tutti questi raccolti sarebbero scarsi o nulli.
Ma qual è il motivo per cui le api stanno scomparendo? Partendo dal fatto che è stata stimata la scomparsa del 40% delle api del nord Europa, gli scienziati hanno avanzato diverse ipotesi:
– la più accreditata, quella relativa all’inquinamento: difatti queste creature sono molto sensibili sia ai cambiamenti del loro territorio sia a sostanze a loro nocive, come i pesanti pesticidi utilizzati sulle piante, ai quali anche i contadini attribuiscono tutta la colpa;
-quella relativa ai cellulari, ai telefoni satellitari ed ogni altro oggetto di questo genere, i quali sembrerebbero interferire col loro sistema nervoso, confondendole, e facendole perdere la strada di ritorno all’alveare, condannandole così alla morte in un paio di giorni;
-per varroa, ovvero per gli attacchi di un acaro parassita, che sì potrebbe esistere da sempre, ma che comunque inizierebbe a far danno solo da alcuni anni.
Notizie allarmanti a proposito di morìe di api vengono un po’ da tutto il mondo. Negli Stati Uniti il fenomeno è particolarmente evidente e ha caratteristiche molto peculiari, al momento inspiegabili. Per definirlo, gli studiosi hanno coniato addirittura un nuovo nome: “CCD” (“Colony collapse disorder”).
Comunque sia, il fatto che queste straordinarie creature sono alla base del ciclo di vita dei vegetali, dovrebbe essere una ragione sufficente affinché l’uomo le rispetti.
Le api sono gli esseri più laboriosi, il tipico esempio di chi “non sa starsene con le mani, pardon, le zampette in mano”
Leandro Mazzarella
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