L’estate è arrivata, ed un modo per passare serenamente un po’ di tempo sulla spiaggia, è quello di rilassarsi e godersi un buon libro.
Per questo il sottoscritto è andato a caccia di qualche titolo recente che possa essere di gradimento per tutti, e mi sono imbattuto nel libro “Sangue Solo” , di Francesco Romano.
La cosa che mi ha stupito di più è che, nonostante fosse il suo primo libro, l’autore ha mostrato un’eleganza ed un talento sopraffini, che lo hanno aiutato a rendere la sua prima creazione davvero meritevole di attenzione.
Ho avuto la fortuna di poterlo intervistare, dopo aver letto il libro; ciò che ne è scaturito lo riporto quì di seguito:
Come mai ha scelto la Svezia come luogo in cui sviluppare la vicenda? E’ per la magnificenza nordica dei suoi paesaggi? O per qualche vicenda storica che poteva essere collegata alla trama?
La scelta della Svezia non è casuale, ma ben calibrata. Ci tengo a dire che i posti che ho descritto nel libro li ho visitati veramente: l’architettura gotica, quei profumi e quei colori ben si sposavano col mistero, del resto la Svezia è patria di giallisti di successo, uno su tutti Stieg Larsson.
I luoghi da lei citati (Nightwalkers, Soderhamn ecc) sono inventati?
Il Nightwalkers è frutto della mia fantasia, pur partendo da una retrospettiva reale: sono stato davvero molti locali simili. Soderhamn è una località reale del nord della Svezia, quindi lì ho inventato poco, anche le strade che cito esistono davvero.
Lei si sente un po’ Alex Meyer? Se si, la sua metà umana o quella vampiresca?
Tutte e due. Alex Meyer è la proiezione del mio ego recondito. C’è tanto di me nel suo personaggio anche nella sua parte vampiresca, in fondo il vampiro di Sangue Solo è più umano di quanto si possa credere. Alex è la metafora del “relitto” sociale, il profilo tipico dell’uomo metropolitano imbrigliato nella morsa del tempo che scorre veloce e per questo svuotato della sua umanità.
Il libro è dedicato a due persone; nella trama sono presenti due personaggi che potrebbero corrispondere ad essi: Zio Johan e Laura Ohlin; il primo ha un rapporto di profondo affetto e rispetto con il protagonista; la seconda sembrerebbe rispecchiare i canoni di bellezza sia interiore che esteriore. C’ è qualche nesso con la realtà?
Ho scritto Sangue Solo su spinta della mia fidanzata, “impersonificata” nel libro appunto da Laura Ohlin: le sensazioni descritte nel romanzo sono quelle che ho provato davvero quando ho incontrato Laura nella mia vita. E’ stata la prima a credere in me e nella mia scrittura. Sangue Solo è un omaggio anche ad una persona scomparsa che ha lasciato un grande vuoto dentro me, appunto mio zio Giovanni.
Riassumendo, cos’è che vuol trasmettere con il suo libro? E cosa si prova scriverne uno?
Quando uno scrittore scrive una storia dà un po’ di se a chi legge; la differenza tra uno scrittore bravo ed un grande scrittore, a mio parere, la fa la capacità di rendere quello che scrivi condiviso e condivisibile dagli altri. Il mio obiettivo è quello di far sì che le persone si identifichino nei personaggi della storia e vivano con essi emozioni, sensazioni e stati d’animo. In questo senso Sangue Solo è un vero e proprio inno alla vita, tanto che molti lettori mi hanno scritto che dopo aver letto il romanzo la loro prospettiva di vita è cambiata in positivo e questa è la cosa che più mi rende felice. L’‘ebbrezza che ti dà il fatto di sapere che un’altra persona lontana chilometri da te legga i tuoi pensieri e li condivida è la vera essenza della scrittura.
Ha tratto ispirazione da qualcosa o qualcuno in particolare, o le è venuto tutto di getto?
Le ispirazioni sono state tante e di varie forme. Gli affetti, i viaggi, i rapporti umani, le mie passioni, ogni cosa ha contribuito alla nascita di Sangue Solo. In concomitanza con i miei 30 anni, per me come per tutti, un’età particolare, mi sono ritrovato a domandarmi tanti perché, così una mattina mi sono svegliato ed ho cominciato a scrivere.
Sig. Francesco, lei crede nei vampiri?
Certo che ci credo…. (risata saccente).
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Inoltre ecco il video dell’intervista all’autore a opera del TG5
Leandro Mazzarella